Nuovo credito Irpef, bonus 100 euro

Il bonus Irpef di 80 euro,  introdotto nel 2015 dal Governo Renzi, è stato formalmente abolito dal 1° luglio 2020. Al suo posto c’è oggi il nuovo bonus di 100 euro, erogato in busta paga ai titolari di redditi da lavoro dipendente non superiori a 28.000 euro.

Il cambio avvenuto a metà anno ci porta a doverci confrontare tra due normative: 

– fino a giugno restano invariati i limiti di reddito e l’importo del bonus Irpef  pari ad 80 euro e riconosciuto fino al limite di 24.600 euro di reddito; si riduce per i redditi compresi tra i 24.600 ed i 26.600 euro;

– a partire dal 1° luglio 2020 l’importo sale a 100 euro e il limite reddituale è di 28.000 euro; ai titolari di redditi superiori a 28.000 euro è riconosciuta una detrazione fiscale di 80 euro, spettante in misura piena fino a 35.000 euro e progressivamente ridotta fino ad azzerarsi una volta superati i 40.000 euro lordi.

Non ha diritto al bonus Renzi di 80 euro, così come al nuovo bonus cuneo fiscale, chi non supera gli 8.174 euro di reddito all’anno, ovvero i contribuenti in no tax area. Si tratta di un aspetto da tenere bene a mente perché è uno dei casi più frequenti in cui, in sede di conguaglio fiscale, viene richiesta la restituzione totale dell’importo erogato.

Ricapitolando il nuovo bonus segue le stesse regole degli 80 euro e quindi:

  • redditi fino a 8.174,00: bonus non spettante; 
  • 100 euro mensili per redditi compresi tra 8.200 e 28.000 euro;
  • 80 euro mensili per redditi compresi tra 28.000 e 35.000 euro, riconosciuta come detrazione fiscale;
  • 64 euro mensili per redditi compresi tra 35.000 e 36.000 euro, riconosciuta come detrazione fiscale;
  • 48 euro mensili per redditi compresi tra 36.000 e 37.000 euro, riconosciuta come detrazione fiscale;
  • 32 euro mensili per redditi compresi tra 37.000 e 38.000 euro, riconosciuta come detrazione fiscale;
  • 16 euro mensili per redditi compresi tra 38.000 e 39.000 euro, riconosciuta come detrazione fiscale;
  • si azzera per redditi oltre i 40.000 euro.

Bisogna prestare grande attenzione a come il bonus si trasforma in detrazione fiscale quando parliamo di redditi compresi tra i 28.001 euro ed i 40.000 euro.

In alcuni casi, potrebbe addirittura convenire rinunciare al bonus in busta paga, come già accadeva con il Bonus Renzi, infatti anche in questo caso il bonus deve essere restituito nel caso in cui arrivasse, ma non se ne ha diritto. Potrebbe convenire farselo erogare a conguaglio nel momento in cui si fa la dichiarazione dei redditi per esempio:

  • nei casi di incertezza quando ci si trova a cavallo tra due fasce di reddito,
  • quando ci si trova a ridosso della fascia di reddito dei 28.000 euro e si rischia di superare lo scaglione.

L’opzione più opportuna, nei casi sopraccitati, potrebbe essere quella di richiederlo come conguaglio sulla dichiarazione dei redditi, anche se per il 2020, per i soli incapienti (quindi con un reddito annuo inferiore a euro 8.174,00) è stato previsto che sia per il Bonus Renzi che per il nuovo Bonus 100 euro, il bonus non dovrà essere restituito considerata l’emergenza Coronavirus.

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